Perché presentarsi, bene, e in tanti/e!
Nella scuola si respira già l’aria di elezioni RSU. Si susseguono assemblee dei sindacati firmatari, ove glorificano un CCNL che ha tanto svenduto della scuola pubblica partecipata e solidale. In cambio di spiccioli (pochi) di aumento salariale, si è abdicato ad una lotta affinché le risorse del PNRR adeguassero le retribuzioni di docenti ed ATA ai livelli europei. Si è barattato un piano di stabilizzazione di 160.000 precari con pochi riconoscimenti al personale a tempo determinato che garantisce il funzionamento delle scuole. Inoltre, nelle scuole ove la RSU è decaduta, i sindacati “rappresentativi” manifestano assoluta indifferenza, sostenendo (o avallando le tesi dei dirigenti) che il contratto integrativo possa valere con le firme dei soli rappresentanti territoriali e che per il resto si può attendere i rinnovi RSU.
Cronaca di una storia sindacale italiana
Lo stravolgimento delle libertà sindacali e dello Statuto dei Lavoratori è il distruttivo risultato di governi di destra e di sinistra, ben poco differenziati, e di vistosi arretramenti sindacali attraverso CCNQ, CCNI sempre al ribasso, azzeranti il dissenso delle minoranze sindacali. Dal 2000 (anno di istituzione delle RSU) ad oggi, mutuando le strategie liberiste di Marchionne, al sindacalismo di base sono stati ridotti gli spazi di agibilità sindacale. Le prerogative sindacali si sono trasformate in zone off‐limit per i delegati/e COBAS e, per contrappasso, anche per gli stessi RSU delle sigle rappresentative, laddove ormai ogni dato conoscitivo sul flusso degli incentivi salariali viene immolato al sacro vincolo della “privacy”.
La caccia al contrastivo COBAS, ha portato a burocratizzazione professionale, abnorme flessibilità e vuoto spaventoso nel confronto collegiale. Nelle scuole non si ha più neanche la forza di opporsi ai progetti PNRR caduti dall’alto, e le libertà di insegnamento e di progettazione sono esautorate dai provvedimenti del ministro Valditara, che già con la proposta di far scegliere gli insegnanti di sostegno dalle famiglie mostra la volontà di fare della scuola pubblica una copia della privata!
Il gioco vale la candela
Ai nostri simpatizzanti, iscritti/e e a tutti i delegati/e COBAS, impegnati in questi anni per arginare la deriva, dobbiamo delineare quale scenario futuro potrebbe determinare la nostra assenza sindacale nelle RSU: una scuola totalmente tecnocratica, asettica, svuotata dei contenuti non “in linea”, che spegne l’entusiasmo e la passione, evita il confronto, la discussione, azzerata la libertà di insegnamento. È vero, con i pochi strumenti che i sindacati “rappresentativi” e il ministero ci hanno lasciato, fatichiamo a contrastare il disegno del “butta dentro la scuola tutto quanto è possibile”, tanto più che non siamo presenti con le RSU in tutte le scuole a garanzia dell’agibilità sindacale. La nostra forza, però, è quella di essere liberi/e, coerenti, autodidatti e preparati, di fare sindacato non per “mestiere” ma per i lavoratori/trici e i principî che sentiamo di rappresentare! Restiamo nelle contrattazioni di istituto l’unico baluardosulla trasparenza e sulla equa distribuzione del salario accessorio, contro la logica del sindacalismo di mestiere. La RSU è ancora oggi l’unico strumento che, esercitato con coerenza, fa da collante democratico nelle scuole e consente il proselitismo sindacale: e la nostra presenza e il nostro impegno sono da sempre segno di autonomia di pensiero e di confronto costruttivo.
Una RSU non “allineata” come quella COBAS mette in crisi la struttura di comando verticistica che danneggia non solo docenti ed ATA, ma la scuola come luogo del pluralismo culturale. Certo. il caterpillar sindacal‐filogovernativo è fortissimo e la palude in cui negli ultimi anni è precipitata la categoria è vistosa. Dunque, non pensiamo con le nostre RSU di vincere la “guerra”, ma di fare la nostra parte per una prospettiva di solidarietà, di legalità e di democrazia!
Una forte campagna per le elezioni: càndidati nelle liste COBAS Scuola!
Le elezioni per il rinnovo delle RSU si terranno Il 14, 15 e 16 aprile 2025. Sono stati dunque definiti calendario e tempistica della procedura elettorale. Quest’ultima avrà inizio lunedì 27 gennaio 2025, mentre il termine per la presentazione delle liste è venerdì 14 marzo. Dopo il voto del 14‐15‐16 aprile, le operazioni di scrutinio dovranno essere completate entro le ore 14 del 17 aprile. Dobbiamo avviare, da subito, una forte campagna, ricordando ai colleghi/e la nostra storia e come la nostra mobilitazione abbia contrastato da sempre le politiche volte a svuotare la scuola di contenuti e a gerarchizzare i lavoratori/trici. I COBAS hanno manifestato con forza contro l’Autonomia scolastica, la scuola‐azienda, i tagli agli organici e alle risorse. Le RSU COBAS si sono battute contro la scuola‐miseria e la scuola‐quiz dell’Invalsi, per massicci investimenti nella scuola pubblica, per l’assunzione di tutti i precari/e che da tempo lavorano nella scuola e per un significativo recupero salariale. Le RSU COBAS hanno smascherato la legge 107, estrema sintesi di 25 anni di disastrose riforme di governi di centrodestra e centrosinistra, a braccetto con la scure dei tagli che hanno portato alla riduzione di 150.000 docenti ed ATA. L’alternativa alla deriva nelle scuole non è la subordinazione alle richieste del ministero e dei dirigenti: è fondamentale la battaglia sindacale delle RSU sui diritti, i salari e i carichi di lavoro. È questo il momento di reagire alle difficoltà e impegnarsi per l’assunzione di nuovi ruoli, rilanciando la solidarietà e il sindacalismo di base come antidoti all’indifferenza e al disinteresse. Per questo ad ogni iscritto/a e simpatizzante chiederemo, quest’anno più che mai, di candidarsi nelle liste COBAS Scuola per dare forza e visibilità ai lavoratori/trici e al nostro sindacato!
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Allegati:
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